GROTTAMMARE – Entrati nella Quaresima, ci sovviene una tradizione antichissima come quella del Cristo Morto a Grottammare, che risale al XVIII secolo. Sarebbe dovuta cadere 3 anni dopo il 2018, cioè nel 2021, ma anche questa tradizione fu stoppata dall’epidemia da Covid-19. Così la sequenza fu fatta ripartire del 2023. La prossima si è svolgerà, pertanto , nel 2026.
La Sacra
Rappresentazione del Cristo Morto fu fondata nel 1738 da un frate, il Padre
Antonio Petrocchi originario di Castignano. Ad accogliere la proposta
del religioso, fu il Vescovo di Ripatransone dell’epoca, Francesco Correa. La tradizione , che si perpetua ogni 3 anni (
allora fu deciso ciò per motivi economico-organizzativi) fa partire il tutto
dal raduno dei partecipanti in Piazza San Giovanni al paese alto di
Grottammare, nella prima serata del Venerdì Santo.
Successivamente il
corteo scende fino alla cinquecentesca chiesa di Sant’Agostino, affacciata
sull’omonima via, dove vengono prelevate la Sacra Bara col corpo velato
giacente di Cristo sul baldacchino, le statue della Madonna Addolorata
“vestita”, quelle di San Giovanni Evangelista e della Maddalena con la
Veronica.
Le Autorità Religiose
con il Vescovo ed anche civili si aggiungono qui in alta uniforme al corteo
funebre, per poi scendere sempre lungo via Sant’Agostino, fino al cosiddetto “nuovo
incasato” o “marina” dove sfila per molte vie in rigoroso silenzio, intercalato
solo da marce funebri suonate live dalla banda ma soprattutto dai 3 cori
femminili: il primo, il secondo e il terzo Coro delle Pie Donne.
Si parte dalle bambine
( 1 coro), per poi proseguire con le ragazzine ( 2 coro) e infine col coro
grande, il terzo delle donne adulte, le vere e proprie “Pie donne”. Tutte le
coriste sono in nero fino alla caviglia e soprattutto rigorosamente velate in
capo e in volto, secondo l’uso antico. I canti risalgono a varie epoche, dal
1600 fino all’800. Ricordiamo il suggestivo “Miserere” , lo “Stabat Mater”, “O
tu che muovi il passo”, “Stava Maria dolente” del 3 Coro e per il primo e
secondo coro : “La colpa moja pur, moja il peccato” delle ragazzine a cui fa
eco il coro delle bimbe: “A patir la cruda morte, il mondo indegno il
buon Gesù inchiodò sopra di un legno..”.
Questi due cori, soprattutto quello delle bambine veramente fa venire i brividi. Poi c’è “Gesù
Mio” di S.Alfonso Maria de Liguori ( 1696-1687). Questi canti sono
stati tramandati per via orale e soprattutto per via matrilineare e raccolti
solo recentemente da alcune donne appassionate di storia e cultura tradizionale
di Grottammare e messe al sicuro per iscritto, consegnate alla Confraternita
dell’Addolorata e del Cristo Morto di Grottammare. Sono tante edizioni che il 3
Coro è diretto dal Maestro Massimo
Malavolta, mentre per il 1 ed il 2, ci sono volontarie ad organizzare le
bambine, comunque con conoscenze musicali. Queste Sacre Rappresentazioni hanno origini probabilmente greche, in
quelle rappresentazioni teatrali drammatiche del periodo preromano e della
Magna Grecia, per questo molto sviluppate al sud d’Italia. A Monteprandone c’è
una analoga Sacra Rappresentazione, tuttavia di matrice ottocentesca, quindi
più recente, molto bella e significativa.
Nel 1930 a Grottammare
parteciparono circa 500 figuranti in costume, seguiti da tutta la popolazione
orante. Prossimamente, tratteremo dello svolgimento processionale.

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