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Seconda Parte de : “La Storia del Cristo morto a Grottammare” – Lo svolgimento processionale.

 

La Sacra Rappresentazione ha inizio alle 21,30. Precede il corteo una bianca cavalcata di soldati romani con le insegne imperiali, poi quattro a piedi che suonano le chiarine, arriva la nuda Croce, spoglia di legno povero, portata da un confratello della Confraternita dell’Addolorata e della Passione e morte di Gesù Cristo. Dopo la nuda Croce procede il 1° Coro delle bambine vestite di nero e velate che cantano: “A patir la cruda morte..”. Arriva il Cristo in veste rossa, rappresentato da un figurante appartenente alla famiglia Ottaviani, ruolo tramandato di padre in figlio. Il ramo di questa famiglia è quello di Zona Ascolani, ossia Grottammare Sud. Subito dietro il Cristo arriva il Cireneo in costume. A scortare Gesù ci sono 10 soldati romani a piedi, armati di tutto punto con lancia, gladio e scudo, nonché armatura, realizzata in stoffa – e qui una curiosità - imitando i soldati della Via Crucis della cinquecentesca chiesa di Santa Lucia a Grottammare. Dopo la Sacra rappresentazione, ha inizio il corteo processionale vero e proprio. Le vie sono buie, i figuranti hanno torce aldilà ed al di qua della processione. Ecco i Sacconi, che anticamente rappresentavano i nostri confratelli della Madonna dalle Sette Spade ( Addolorata)  e della Buona Morte, che indossano il costume coprente usato per non farsi individuare quando andavano a curare gli ammalati o a compiere opere di bene o di sostegno, per non farsi riconoscere e quindi per non farsi ringraziare. Essi incappucciati e col saio di ruvida juta portano cuscini in velluto con sopra i simboli della Passione : Primo di tutti il Calice del Sacrificio Eucaristico, poi la borsa maledetta di Giuda con i 30 denari, il prezzo del tradimento, le funi che legarono Gesù quando venne issato sulla Croce, il sasso che colpì il Suo Volto, la mano che lo schiaffeggiò, la Veste Bianca simbolo di purezza, i dadi, usati dai soldati per giocarsi la Sua veste rossa, la tunica rossa, simboleggiante si il sangue e la passione ma anche la pazzia, con questa veste Pilato lo fece esporre sperando che il popolo considerandolo pazzo, lo salvasse, ma non fu così e la gente sobillata dai sacerdoti, scelse Barabba. Procede il 2° Coro delle Pie donne, le fanciulle in nero velate, sulle note di “La colpa muoia pur, muoia il peccato..”. Seguono altri sacconi con altrettanti simboli della Passione : la colonna, dove fu flagellato, i flagelli, la corona di spine, il Sacro Volto, cioè un fazzoletto con impressa la Sua immagine e poi una riproduzione della Sacra Sindone di Torino. Arrivano le donne e i fanciulli/e con mantelle nere che recano gli arazzi con le 14 Stazioni della Via Crucis. Ancora simboli: i chiodi e il martello, le tenaglie, la scala, l’anfora e la spugna imbevuta di aceto e legata in cima ad una canna per dissetare Gesù inchiodato sulla Croce. Sfilano ora i drappi di seta nera con le “Sette Parole” ( frasi) pronunciate da Gesù nella Sua agonia :

1) Padre perdona loro perché non sanno quello che fanno;

2) Oggi sarai con me in Paradiso”;

3) Donna ecco tuo figlio, figlio ecco tua madre”;

4) Dio mio Dio mio perché mi hai abbandonato?”;

5) Ho sete”;

6) “Tutto è compiuto”;

 7) “Padre nelle tue mani raccomando il mio spirito”. 

Ecco sfilare un saccone con un cuscino con sopra un finto agnello, simbolo del martirio innocente;

Infine arriva il 3° Coro delle Pie donne, le adulte, velate e in nero, memoria di Maria di Magdala, Giovanna moglie di Kuza, Salome, Maria di Cleofa ed altre, cantano in latino lo “Stabat Mater” ed altri antichi canti della Passione. Giunge la Banda musicale con eleganti marce funebri intervallate ai canti, poi il “Diplomatico”, simboleggiante l’Autorità civile che partecipa con quella Ecclesiastica, segue il Gonfalone di Grottammare, la Sacra Bara velata sul Catafalco, il Clero presieduto dal Vescovo, le locali Confraternite del territorio, e quattro statue velate del XVII-XVIII-XIX secc. : L’Addolorata vestita con sette vestiti neri sovrapposti, la Veronica, la Maddalena, San Giovanni Evangelista con la penna in mano. Sopraggiunge il Sindaco con la fascia tricolore, la Giunta, i Consiglieri, le Guardie municipali, i Carabinieri in alta uniforme, segue il popolo, in pratica una intera città silenziosa.

Una curiosità : fino agli anni ’70 del ‘900 si passava davanti ad una grata e una voce urlava : “Chi volete libero, Gesù o Barabba?”, si affacciava dalla grata ( prigione) un figurante che gridava impersonando Barabba. A quel punto la gente rispondeva alla domanda : “Barabba! Barabba!”. Questa drammatizzazione fu negli anni tolta perché considerata troppo folkloristica. Tra le curiosità ricordiamo una donna anziana ammalata, che come ultimo desiderio espresse di poter partecipare per l’ultima volta, al 3° Coro del Cristo morto, i familiari e i vicini vollero accontentarla e trascinandola e letteralmente portandola di peso, riuscirono a farle percorrere un breve tratto di strada.

 

 

 

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